Speciale Drag Stories: Miss Drag Queen Italia 2015
di Runny Magma
Quando ho
assistito per la prima volta a un drag contest, Miss Drag Queen Italia non
esisteva ancora, e ammetto che lo spirito che ho sempre preferito è quello
‘classico’: quel gioco allusivo e sferzante di stereotipi e maschere che sta
fra il cabaret professionale e, paradossalmente, il non prendersi troppo sul
serio. Tuttavia non avrei niente in contrario se, a vincere una finale
nazionale, fosse per esempio un ultra-alternativo performer androgino, nel caso
la sua - giustappunto - performance fosse oggettivamente la migliore. Ed è
proprio con l’esibizione in sé che secondo me si dovrebbe fare la differenza.
Le candidate regionali
al titolo nazionale del 2015 che hanno gareggiato il 7 agosto a Torre del Lago
Puccini (LU) hanno tutte stupito a loro modo il pubblico con la sfilata in
passerella, da pupazzi disneyani a sofisticate dee orientali, da statuarie
indossatrici e spiritose showgirl a maschere valorizzate da installazioni luminose.
Ma una muta
carrellata e gli effetti scenografici non bastano, per valutare. Ci vuole la performance.
L’esibizione
sulle punte della giovanissima vincitrice Baba Yaga (Triveneto) è stata molto
suggestiva, ma è come se si fosse fermata lì, fine a se stessa. Mi è mancato
quel trasferimento di energia (energia, non necessariamente comicità) che è
l’essenza stessa di questo tipo di spettacolo. Stesso discorso per la seconda
classificata (inizialmente ex aequo, senza dubbio le più affascinanti in
passerella), la luminosa e cangiante, ma non troppo spigliata, Miranda (Umbria):
la costruzione sci-fi di una sorta di drag bionica era un’idea originale, ma è
stata sviluppata perlopiù dall’assistente, che ha rubato la scena all’artista
in gara.
Non credo sia un
caso se il pubblico ha protestato in massa nel momento in cui è stata chiamata
solo per il bronzo Panda Osiris (Emilia Romagna), con il suo bizzarro abito
gremito all’interno di panda di peluche, né che la sua rivisitazione grottesca
e vivace della fiaba di Cenerentola, con tanto di brani icone riscritti nei
testi ad hoc, abbia vinto il premio della critica dall’ACIDQAS (Associazione
Culturale Italiana Drag Queen, Affini e Sostenitori).
I gusti però
sono soggettivi, sia da parte delle giurie, sia da parte del pubblico (a
proposito, passatemi una menzione campanilista ma oggettiva alla simpatica,
fuori dalle righe e dalle taglie Miss Drag Queen Toscana Milonga), però sarebbe
interessante porre la domanda: “Se potessi assistere di nuovo solo a uno di
questi show, in un locale o in un teatro, con i tuoi amici, quale vorresti
rivedere?”
Be’... potesse
farci pure Biancaneve, La Bella Addormentata, Cappuccetto Rosso a suon di
Zucchero e Rettore...
Post pubblicato originariamente sul blog "Refusi Etc." (18/08/2015)