Drag Dyna$ty,
quello che non vorresti essere
Non sempre
dietro una drag queen c’è un uomo che avrebbe preferito nascere donna. Ce lo
racconta Miss Drag Queen Toscana 2014 Ivana Tram…
“In troppi
fingono di essere quello che non sono, il divertimento è trasformarsi in quello
che non vorresti essere.”
Questo è lo
slogan delle Drag Dynasty, trio fiorentino capitanato da Miss Drag Queen
Toscana 2014: Ivana Tram.
Nato da una
grande amicizia fra i tre componenti, il gruppo presenta una stirpe di signore
che va dalla nonna alla nipote. “Tre sbilenche generazioni beffardamente a
confronto: l’arzilla bacucca, la tardona baraccona, la smaniosa sbarazzina.” Se
le occasioni da festeggiare sono più o meno le stesse che spettano a ogni drag
queen (matrimoni, compleanni, cene aziendali, addii al nubilato/celibato, cene
spettacolo, eventi disco, manifestazioni in piazza come concorsi e sfilate,
etc.), le performance di animazione e ballo sono coreografate in modo
particolare per una ragione ancor più particolare. “Regine e Sovrane del tutto e
del niente, di un regno immaginario fatto di piume e corone, tacchi e
posticci”, le Drag Dynasty vogliono dimostrarci che “sotto sotto, non c’è
sempre un uomo che avrebbe preferito nascere donna.”
Ivana Tram, difatti,
non è solo la gemella della facoltosa e snob Signora Trump, ma anche “la drag
più fisicata d’Europa.” Live Performer, vocalist e cantante di pezzi dance, noto
personaggio nel mondo del body building e fitness, con interventi su varie
riviste di settore, ha partecipato a diverse trasmissioni RAI e Mediaset. La
nipote Lilly Prude ricorda invece una giornalista pungente e capricciosa, ma
chi la interpreta è un ballerino e coreografo professionista che vanta trenta
titoli di Campionato Mondiale in varie discipline di danza, arriva dal corpo di
ballo di “Ballando con le Stelle”, e ha partecipato anche a “I soliti Ignoti” e “La Botola”. Ballerino
professionista di discodance e modern jazz, plurititolato a livello
internazionale, è anche l’interprete dell’avvizzita Nonna Betty, ispirata alla
Regina d’oltremanica.
Una particolarità
che, in occasione di Miss Drag Queen Italia 2014, ha portato Lilly e Betty a
travestirsi da ragazzi per supportare in qualità di ballerini l’aspirante al
titolo Ivana Tram, nonché a lasciare quest’ultima in mutande, in seguito a una
trasmutazione da geisha a ironico Superman spogliarellista degno di una
sceneggiatura di Mel Brooks. “Volevo
creare su di me un personaggio ‘baraccone’, come quello maschile in passato.
L’animatore prima, lo stripman dopo, e il vocalist cantante erano personaggi
maschili molto marcati e molto Big Jim. Per gli show mi ispiravo a faraoni
venuti dallo spazio, demoni con costumi fatti di imbracature, ali e corna, o
anche rivisitazioni di Capitan America, per esempio. Volevo creare qualcosa di
diverso, di più comico, perché forse era la parte di me più nascosta.”
Nonostante
questo aspetto che è uscito fuori dalle righe nel lasciare spazio alle
precedenti esperienze lavorative, assai anomalo in un mondo di paillettes e
piume di struzzo che ancora si fonda su sfilate e melodrammatiche
sincronizzazioni labiali, Ivana si dichiara amante del classico. Per questo, le
cene spettacolo delle Drag Dynasty non somigliano per niente a un festino dei
California Dream Men, ma si rivelano succulenti pasti luculliani a base
perlopiù di battute, balletti volutamente kitsch e indovinelli dai risvolti
imbarazzanti. “A un concorso devi stupire
il più possibile. Cantare una canzoncina in playback o fare la diva riesce a
tutte. Ma la drag classica è sicuramente più comica della drag androgina. La
drag androgina è un mix fra uomo e donna, però trova posto come immagine in disco
o contesti del genere. La drag classica è quella che ha più possibilità di
contatto con il pubblico.”
Del resto,
considerato che le madrine di Ivana al concorso sono state le Drastik Queen,
era logico supporre che gli spettacoli avrebbero virato sul tradizionale. “Conobbi le Drastik qualche hanno fa tramite
un amico comune. La sera, in estate, andando a Torre del Lago Puccini, mi
fermavo sempre al Baddy a salutarle alla fine della cena spettacolo. Ci
sedevamo lì fuori e spesso parlavamo di come fosse cambiata la situazione delle
disco e dei locali, della politica di lavoro, di chi si improvvisa a far tutto,
del fatto che girano pochi soldi e tutto va al risparmio. Lauren De Glamour mi diceva
che, per quello che fai e che soffri, non ti pagano mai abbastanza. Ore e ore
dentro a bustini, ceroni di cemento e parrucche anche a ferragosto... i tacchi!
Una sera disse: ‘Ricordati, tesoro... prima o poi toccherà anche a te.’ Io
ridevo, ma forse lei aveva visto oltre.”
Bisogna
riconoscere che mettere uno stripman palestrato davanti allo specchio e
chiedergli di vagheggiare una figura femminile sovrapposta al riflesso non è
semplice. “Immaginai chissà quale troiaio
ne sarei venuto fuori...” E non se ne fece nulla.
Così il tempo
passò. Finché l’attuale Lilly Prude non propose di travestirsi per un
Carnevale. “Io accettai, ma a una
condizione, che tutto fosse fatto a regola d’arte e che tra di noi ci fosse una
certa logica di personaggio: io una zia belloccia attempata e tragicomica, lei
più giovane, un po’ facile ma puntigliosa, il terzo non voleva fare la
travestita, e solo per quella sera diventò il nostro cane da compagnia.
Nacquero nell’ordine: una rivisitazione di Ivana Trump e di Lilly Gruber, accompagnate
da un cane che poco dopo diventò Nonna Betty, per dare un senso di dinastia.”
Ognuna delle Dynasty ha mantenuto poi delle caratteristiche ben precise, perché
secondo Ivana è necessario: “creare un
personaggio che, per quanto si evolva e si trasformi in immagine e repertorio, sia
sempre riconoscibile. Non puoi cambiare colore dei capelli, trucco e stile ogni
mese. Non ti riconoscono più. Non potrebbe farlo neanche Platinette! Ma questo
non dirlo a nessuno...”
Per saperne di
più e tenersi aggiornati sugli eventi:
www.facebook.com/ivanatram.dragdynasty
Post pubblicato originariamente sul blog "Refusi Etc." (14/01/2015)